Quando l’interazione diventa un trend.

Quando l’interazione diventa un trend.

Micro interactions, ghost buttons e cookies warnings: strumenti per una navigazione interattiva.

MICRO INTERACTIONS. Parola d’ordine: coinvolgimento.

Ne parlo spesso, coinvolgere l’utente web è diventato sempre più difficile. Ci concede occhiate veloci, spesso superficiali e difficilmente si ferma ad approfondire, se non opportunamente stimolato. Le micro interazioni nascono proprio con questo scopo: incuriosire, creare feed back, divertire o fornire informazioni dettagliate a richiesta, creando diversi strati di esperienza d’uso dello stesso contenuto.
Le micro interactions sono una parte fondamentale della progettazione di un sito web vincente: un’area dove pubblicare uno status, inserire un rating, valutare un articolo o un video.
Un brand può utilizzare questo strumento per creare maggiore interazione con il proprio target di riferimento, raccogliere le sue impressioni, i suoi consigli sul prodotto o sul servizio, le sue preferenze. Coinvolgere, sempre.


Babington

Ghost buttons: la nuova frontiera della CALL TO ACTION.

I Ghost Buttons sono una naturale evoluzione tecnica e grafica della necessità di interagire e coinvolgere l’utente. Un modo del tutto nuovo di intendere la call to action più classica, attraverso bottoni trasparenti, eleganti, spesso flat, perfettamente integrati nella pagina.
Discreti, non invasivi ma efficaci: i Ghost Buttons sono un trend in ascesa, perfetti per indirizzare l’utente alle interazioni di singole sezioni del sito (anche nel caso di long page scroll). La loro efficacia aumenta esponenzialmente se collocati su sfondi con immagini o video wide screen, capaci di catturare lo sguardo distratto dell’utente.


Campus Bubble

COOKIES warning: da banner informativo a web trend.

Navigando in rete vi sarà capitato mille volte di imbattervi in banner pubblicitari che vi mostrano contenuti correlati alle vostre recenti ricerche. Un attimo prima cercavate un ristorante per festeggiare il vostro anniversario e poco dopo, controllando le notizie sul vostro giornale on line preferito, vi casca l’occhio su un banner pubblicitario con l’inserzione dei ristoranti che avete appena valutato.
Non è stregoneria, si tratta dei cookies: piccoli file che si installano sul vostro device, osservandovi. Uno strumento utilizzato a fini di marketing che, grazie ai vostri click cerca di ricostruire abitudini di navigazione, interessi, spostamenti. Creano in sostanza un profilo per potervi proporre contenuti, adv e suggerimenti, in linea con le vostre caratteristiche. Una realtà con affascinanti risvolti nell’ambito della comunicazione e della targettizzazione dei messaggi pubblicitari, ma con l’aspetto di un vecchio guardone che vi spia da dietro la finestra.
Non temete, in difesa della nostra privacy è scesa in campo l’Unione Europea, con decreto attuativo del giugno 2014 anche in Italia, che ha reso obbligatorio l’inserimento in home page di un banner che raccolga il nostro consenso informato all’uso dei cookies su quel particolare sito web. Senza questa autorizzazione, l’installazione dei cookies traccianti sarà illegale.
E da una semplice normativa, il banner cookies warning è diventato subito un trend, un pretesto per veicolare l’immagine del brand, per fare umorismo, per distinguersi e stupire.


Lexus

Main image: True

Ritratto di afracassi

Art Director, food photographer, font addicted, Social Media lover.
Digital Art Director per Netdream dal 2011, minimalista, paladina delle Corporate Identity, fanatica degli accordi cromatici, divoratrice di stimoli visivi. Allineo e coordino tutto, anche i calzini nei cassetti del comò.

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